Negli ultimi anni si sente sempre più parlare della pet therapy, una nuova tecnica terapeutica, utilizzata ad integrazione di quelle tradizionali, basata sul rapporto uomo-animale. Questa terapia si utilizza soprattutto con pazienti che non dimostrano una spontanea collaborazione, ma con la presenza di un animale si possono ottenere dei miglioramenti a livello fisico, comportamentale, psicosociale e cognitivo.
La pet therapy (pet: temine inglese che indica gli animali domestici) nasce negli Stati Uniti negli anni Ottanta, sugli studi effettuati dallo psichiatra Boris Levinson che aveva trovato un collegamento tra la compagnia degli animali e il miglioramento dell’umore dei suoi pazienti. Sempre durante questi anni fu la Delta Society che studiò con attenzione questo fenomeno stabilendo che la terapie portava e aiutava a calmare l’ansia, trasmettere calore affettivo, superare stress e momenti di depressione.
In Italia la prima regione che credete a questa nuova terapie fu il Veneto nel 2005 e quattro anni dopo creò una vera rete chiamata ‘’Net Pet Therapy’’.
L’attività che viene svolta durante la terapia è molto complessa e richiede il contributo di diverse discipline, il risultato è l’insieme di un lavoro sviluppato da un team interdisciplinare, composto da più figure professionali che interagiscono sullo stesso campo, ma ognuna con il suo specifico ruolo. Queste persone partecipano alla progettazione, valutazione e svolgimento dei programmi e delle attività. Le figure professionali coinvolte sono medici e l’addestratore dell’animale, che è molto importante per l’addestramento di quest’ultimo al fine di raggiungere risultati precisi.
Questa terapia è l’ideale per bambini, anziani e malati che vivendo a contatto con un animale li aiuta a soddisfare il bisogno di affetto e di sicurezza, fortificando le relazioni interpersonali. È stato provato che accarezzare un animale fa bene alla salute: la pressione arteriosa si riduce e regola la frequenza cardiaca, aiutando così i malati di ipertesi e i cardiopatici!
Non tutti gli animali, però, possono esser impiegati per la pet therapy, ma solo quelli particolarmente equilibrati che non innescano reazioni indesiderate, e sono: cani, gatti, criceti, conigli, asini, capre, mucche, pesci, delfini, uccelli e cavalli. Sono esclusi gli animali selvatici e i cuccioli perché possono subire molto stress durante le attività.
Questa tecnica terapeutica, sebbene sia nata negli anni ’80 negli Stati Uniti, in realtà era già stata osservato diversi secoli fa. Basti pensare che già 10 mila anni fa tra l’uomo e l’animale c’era un intesa affettiva ed emotiva ed iniziò un processo di addomesticamento. Nell’antica Grecia, Ippocrate consigliava di cavalcare per combattere l’insonnia e ritemprare fisico e spirito; nel 1700 in Gran Bretagna i cani e gatti aiutavano a migliorare l’umore dei pazienti, che prendendosene cura, deviano la mente dai propri problemi; l’ippoterapia nasce nel 1800, sperimentandola sui pazienti neurologici; ed infine durante la Seconda Guerra Mondiale gli animali aiutavano a ridurre i danni psicologici causati dagli eventi bellici.
In riferimento a questo argomento vi consiglio la visione del film Pet Teraphy-un cane per amico!
Personalmente posso affermare che gli animali aiutano a migliorare la propria vita e l’umore, soprattutto dopo l’arrivo della mia cagnolina! In fin dei conti…il cane è il migliore amico dell’uomo, ma possono esserlo tutti gli animali!
Vi ricordo che Hotel Angi è pet friendly e accetta gli animali!
Giulia
Staff Hotel Angi ***
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