martedì 27 aprile 2010

A giugno è tempo di Vigorock!

Al via il 25 giugno la quarta edizione di Vigorock 2010, in zona artigianale località Tombelle, organizzata dalla Pro Loco di Vigonovo, animata da dieci serate di intensa musica proposta da talentuose cover bands provenienti da tutta Italia.
Con circa 2500 posti a sedere, una vasto stand gastronomico, le partite dei mondiali 2010 su maxischermo, Vigorock apre l'estate con un programma musicale cui val la pena dare un'occhiata!

25 giugno - PINK FIRE, Tribute Band Pink Floyd /Vicenza

26 giugno - ANIME IN PLEXIGLASS, Tribute Band Ligabue /Padova

27 giugno - NEGRAMARO Tribute Band /Firenze

28 giugno - RUMATERA + CHUMA CHUMS, rock veneziano /Venezia

29 giugno - 60/70 ROCK BAND, Tribute Band Deep Purple /Torino

30 giugno - BIG ONES, Tribute Band Aerosmith /Latina

1 luglio - RIFF RAFF, Tribute Band AC/DC /Milano

2 luglio - ACHTUNG BABIES, Tribute Band U2 con coro gospel /Roma

3 luglio - DIAPASON BAND, Tribute Band Vasco Rossi /Verona

4 luglio - QUEENMANIA, European Tribute to Queen /Milano.
Come vedo il mondo....Visioni di Architettura e Design
Auditorium della Biblioteca di Oriago - Oriago di Mira (Ve)
Inizio degli incontri ore 21.00
Ingresso libero

Martedì 27 Aprile, Tobia Scarpa - Studio Scarpa (Venezia)

Venerdì 7 Maggio, Roberto Mascazzini - Studio Mascazzini (Milano)

Venerdì 14 Maggio, Mara Servetto - Studio Migliore+Servetto (Milano)

Venerdì 21 Maggio, Georg Klotzner - Studio Holler & Klotzner (Merano)

Info www.bibliotechedimira.it

sabato 24 aprile 2010

People Mover!!!


Il 19 aprile c'è stato il taglio del nastro per il People Mover di Venezia, il treno soprelevato che entra a far parte del paesaggio veneziano.
Il servizio della metropolitana leggera veneziana collegherà l'isola del Tronchetto con il centro cittadino al costo di 1 euro e in soli 3 minuti, trasportando turisti, pendolari, studenti e cittadini.
La sua costruzione è funzionale alla riorganizzazione di piazzale Roma, che punta a liberare lo storico ingresso in città dal traffico motorizzato.
C'è anche una stazione intermedia, della Marittima, dove approdano le navi da crociera; sarà operante a breve, trasportando nel cuore della città i turisti che sbarcano per le escursioni.
Il trenino funicolare viaggia in quota e ha 4 vetture per convoglio, con una capienza massima di 200 persone per ciascun senso di marcia.

Quest'opera è stata voluta dal Comune di Venezia e gestita da ASM (Azienda Servizi Mobilità del Comune di Venezia), è stata progettata dall’architetto Francesco Cocco, veneziano residente a Rovereto, ed è già oggetto di interesse, con le sue stazioni avveniristiche che evocano il volo del gabbiano e il ‘garusol’ (mollusco veneziano), elementi della Laguna.

mercoledì 21 aprile 2010

Francesco Candeloro, Città delle Città

Francesco Candeloro, diplomato nel 1993 all'Istituto d'Arte di Venezia e nel 1997 presso l'Accademia delle Belle Arti, è un affermato artista che vive e lavora a Venezia.
In particolare segnaliamo una delle sue innumerevoli mostre che, partita il 28 marzo, si concluderà il 18 luglio 2010.
Un viaggio attraverso le più belle città del mondo (tra cui New York, Seul e la stessa Venezia) che, unite a elementi di architettura, riflettono il gusto e l'approccio dell'artista al nostro mondo contemporaneo.
Un percorso-labirinto formato da grandi opere (lastre di plexiglas di 2 metri) che sapranno conquistare e affascinare il visitatore in questo suo particolare percorso. Ricordiamo che la mostra si può ammirare presso il museo Fortuny di Venezia, situato in Campo San Beneto; la biglietteria è aperta dalle 10 alle 17, mentre la mostra dalle 10 alle 18 (tranne il martedì).
In contemporanea Francesco Candeloro sarà presente con le sue opere anche a Padova (nel portico antistante Piazza Petrarca)e a Bagnolo di Lonigo (nella palladiana Villa Pisani Bonetti).

venerdì 16 aprile 2010

LA CULTURA IN 205 EVENTI TUTTI VENETI

Dalla Rocca di Asolo alle chiese cadorine, gli appuntamenti dal 16 al 25 aprile

Come per una serata di gala, ognuno sceglie quanto ha di più prezioso da mostrare. È la Settimana della Cultura ad accesso libero. Giunta alla XII edizione, la rassegna voluta dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali, propone dal 16 al 25 aprile 205 eventi d’arte e cultura in tutta la Regione, pari al 10% degli eventi in tutta Italia riconfermando, così, la propria vocazione di terra colta e bella. Tutta da scoprire, o riscoprire.

Sguardi sull’occhiale Nel Bellunese le chiese, come quella di San Martino a Valle di Cadore, aprono i battenti per visite guidate mentre proprio sullo sguardo, anzi sugli «Sguardi» punta il Museo dell’Occhiale con una mostra fotografica tutta al femminile con gli scatti di Annamaria Castellan. Per il fine settimana del 24 e 25 aprile, sarà possibile visitare l'eremo dei Romiti appena restaurato. Da non perdere le visite guidate alla chiesa di San Rocco e San Osvaldo a Dosoledo, dove si trova l'altare barocco dell'Addolorata di Andrea Brustolon, il Michelangelo del legno, per dirla con Flaubert, del 1722. Per godere della primavera, invece, un tour en plein air è quello proposto tra i muri dipinti di Cibiana di Cadore con i suoi celebri murales. Un classico, infine, è la visita a Pieve di Cadore alla casa natale di Tiziano Vecellio.

Casanova sul vetro A Padova per il longevo «architetto di Brasilia», Oscar Niemeyer, il Centro Culturale San Gaetano/Altinate ospita la mostra «Oscar Niemeyer: un progetto per Padova», in esposizione per la prima volta il corpus di disegni originali che Niemeyer stese nel 1988 in collaborazione con l’architetto vicentino Federico Motterle. Per gli amanti della fotografia c’è «Aprile Fotografia 2010. La fotografia di cinema. Carlo Mazzacurati nelle immagini di Lucia Baldini e Giovanni Umicini presso la Galleria Cavour ». Musica d’autore a Monselice, presso l’Auditorium Kennedy con Massimo Bubola in concerto con la Eccher Band «Dall'altra parte del vento» il prossimo 16 aprile. La magia dei vetri colorati nella mostra «La vita di Giacomo Casanova realizzatacon i vetri da proiezione per lanterna Magica» è allestita a Padova presso il Museo del Precinema collezione Minici Zotti. Un tuffo nella pace nell’armonia architettonica sui colli euganei potrebbe ben accordarsi con una visita, domenica 18 e domenica 25 aprile al Monastero di Praglia e alla sala monumentale della biblioteca.

Sulla rocca Sulle colline apre le porte al pubblico la Rocca di Asolo (dal 17 al 25 aprile), edificata nella località chiamata Braida a cavallo tra il XII e il XIII secolo, inizialmente come struttura fortificata del tutto distinta da Asolo. In programma per il 18 aprile anche un’escursione storico-naturalistica guidata «Dalla rocca di Asolo alla rocca di Cornuda », un’escursione di mezza giornata con cenni sulla rocca di Asolo e sulle trincee della prima guerrra mondialema anche con un taglio naturalistico e botanico. A Possagno, invece, il Museo Canova propone «Canova. L'inventore della bellezza eterna» dove sarà possibile trovare un servizio di guide gratuite. In città, a Treviso, invece, da non perdere «Tomaso da Modena a Treviso. Pitture murali trecentesche restaurate nel Veneto orientale» presso il Museo di Santa Caterina. Il 22 aprile si presenta il recente restauro delle «Storie di Sant'Orsola» di Tomaso da Modena ha dato luogo a studi e ricerche inedite.

In villa Se per le visite guidate all’Arsenale previste per sabato 17 c’è già il sold out, i Veneziani potranno contare su di una miriade di altre occasioni di cultura. Si va dagli «Affreschi mobili del nord Europa: gli arazzi fiamminghi della Ca’ d’Oro» a «Il parco romantico: oscurità e penombre nel parco di Villa Pisani » a Stra. Scegliendo solo alcuni dei ghiotti appuntamenti in programma, in città, «L'arte in Serbia nel XIII e XIV secolo tra Oriente e Occidente» al Centro Culturale Candiani di Mestre. Per la prima volta l’università di Ca’ Foscari apre al pubblico. Porte aperte anche nello scrigno-Palazzo Grimani. Nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana (la Libreria Sansoviniana) di piazza San Marco, è l’occasione per visitare gratuitamente sia il Museo Archeologico che la Libreria e il 21 aprile si presenta «La Divina Commedia miniata». La palma di iniziativa più curiosa va alla Fondazione Querini Stampalia che propone il rilassamento Zen al Museo.


Antichi delitti La Pinacoteca del vicentino Palazzo Chiericati propone «Fra’ Semplice, Volpato, Dusman: pittori del Seicento a Vicenza», conferenza in programma il 16 aprile dedicata ai tre pittori operanti a Vicenza tra il Seicento e il Settecento. All’Archivio di Stato si discute di «Il giudice e lo storico a confronto. Il valore della prova comegaranzia di giustizia. L'importanza del dato archivistico come memoria e verifica dei principi» ma anche di antichi delitti con «Sulla scena del crimine. I corpi del reato e i luoghi del delitto (1820 - 1850)». Per l’architettura, infine, sono in programma iniziative a Palazzo Arnaldi Della Torre e Palazzo Franceschini Folco.

Elisa Hotel Angi***

domenica 4 aprile 2010

RIAPRE VILLA CONTARINI A MIRA DOPO IL RESTAURO

ACCOGLIE PER L'OCCASIONE UNA MOSTRA CHE RISCHIA DI STUPIRE
Da Ciardi a De Pisis, fino a Morandi in mostra a Villa Contarini dei Leoni di Mira.

Deviare dalle rotte «tradizionali » delle esposizioni e raggiungere un angolo di quiete lungo le acque pigre del Naviglio del Brenta a Mira? Ne vale la pena per almeno due motivi. Da sabato 27 MARZO al 30 MAGGIO Villa Contarini dei Leoni a Mira, riapre per la prima volta al pubblico dopo il certosino restauro.Le opere,da Emma Ciardi a de Pisis, da Wolf-Ferrari a Guidi passando per un piccolo e indimenticabile Morandi, va in scena «Memorie di Paesaggio: il Veneto felice nella pittura del Novecento». Le eco geometriche, le sperimentazioni cromatiche pre-pop ci sono tutte, è il Novecento. Eppure il paesaggio visto dai pittori veneti fino alla metà del secolo scorso si ritaglia uno spazio proprio. Non gioca un ruolo secondario l’ambientazione, quella villa di campagna della famiglia Contarini che, nel corso del Novecento è stata scuola media, palestra, biblioteca, sede dell’anagrafe comunale e ora, finalmente, torna a risplendere come spazio espositivo d’eccezione.

La mostra, realizzata con la curatela di Stefano Cecchetto e la collaborazione del Museo del Paesaggio di Torre di Mosto (in cui verrà trasferita dal 12 giugno al 5 settembre) riunisce decine di pittori che, orbitando soprattutto su Venezia a cavallo fra ‘800 e ‘900, non di rado si conoscevano e si frequentavano. La connotazione di «cenacolo artistico » affiora dalle citazioni reciproche che spesso diventano omaggio. E il risultato è affascinante: Venezia, ma anche le colline di Asolo o la campagna veneta sembrano fondersi in una sorta di visione collettiva. Quasi «protetti» dalle tele di Basaglia che ornano i saloni di villa dei Leoni, si allineano opere che vanno da Ippolito Caffi a Pio Semeghini, passando per Emma Ciardi, Filippo de Pisis, Teodoro Wolf-Ferrari, Virgilio Guidi e la Scuola di Burano. Un’ottantina di dipinti raccontano non solo i paesaggi ma anche il fermento artistico in laguna a cavallo fra i due secoli.Se Venezia-città della luce si ritrova nei primi lavori di Ippolito Caffi e Emma Ciardi, il segno più modernista dei lavori di Mario Deluigi dà la misura dell’evoluzione del paesaggismo nel nuovo secolo. Non è mai, però, una Venezia da cartolina. Lo testimoniano i lavori di Filippo de Pisis e Juti Ravenna. C’è poi la «cronaca» fedele e en plein air dei dipinti di Teodoro Wolf-Ferrari che arriva a riportare puntualmente data e ora delle emozioni trasposte su tela. Con lui, sono esposti anche Guglielmo e Beppe Ciardi, Ottone Rosai e Pietro Fragiacomo.

In più ci sono due dipinti inediti di un insolito Virgilio Guidi, che nel 1954 rappresentò il Paesaggio di Borca, visto dalla casa del poeta Ugo Fasolo. Un’intera sezione diventa omaggio a Pio Semeghini e ai pittori modenesi che frequentavano assiduamente la sua casa-rifugio di Burano. Una presenza assidua, documentata da alcuni lavori di Giuseppe Miti Zanetti, Leo Masinelli, e soprattutto dal contributo di Mario Vellani Marchi. E, infine, la «rilettura del paesaggio » da parte di artisti viventi. Sono Giovanni Cesca, Giani Sartor, Daniele Giovanardi, Giorgio Mastinu e Arturo Benvenuti. Chiude la mostra una sezione a parte, «Sei pittori per la Riviera» curata da Gabriella Niero dedicata da Guglielmo Barbetti, Ennio Cagnin, Marcello d’Este, Mario Rossi, Ottorino Tognin e Bruno Zabeo ai paesaggi della Riviera del Brenta.

Elisa,hotel angi***

sabato 3 aprile 2010

Mostre aVenezia

"Francesco Candeloro. Città delle città"
MOSTRA in CORSO dal 27 marzo al 18 luglio 2010

Un’installazione site specific di Francesco Candeloro (Venezia, 1974), articolata in una serie di grandi opere - lastre di plexiglas di due metri tagliate a laser e stampate a raggi UV -, in cui i temi dell’architettura, della città e dell’ambiente si legano a fotografia, scultura e segno creando un percorso/labirinto. Il pubblico potrà viaggiare tra le città protagoniste da Seul a New York per passare in Europa attraverso Lisbona, Londra, Kassel, Palermo e altre città fino a Venezia. Promossa dall’Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art in partnerariato con la Regione Veneto, la mostra - curata da Walter Guadagnino - si connette infatti a Luoghi e segni, una serie di interventi dell’artista sul territorio, che si svolgono contemporaneamente alla mostra veneziana, in cui Candeloro offre uno sguardo contemporaneo su città e architetture con una installazione allestita a Padova nel portico antistante Piazza Petrarca, e una nella palladiana Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo, già sede di importanti iniziative volte alla promozione del contemporaneo, che inaugura sabato 10 aprile. L’insieme del progetto si documenta, si arricchisce e si integra con uno stupefacente libro d’artista, a tiratura limitata, con testi del curatore, di Elena Forin, Teresa Macrì, Angelica Nollert, Francesca Pola, Tommaso Trini.
http://www.invenicetoday.com/musei/mostre/mostre.htm

venerdì 2 aprile 2010

Le armature dei samurai sfidano le grandi dame

A Venezia,palazzo FORTUNY,in mostra vesti dei guerrieri giapponesi del periodo Momoyama e Edo e abiti delle lady del primo Novecento.

Le dame, i cavalieri , le armi e «la città», si potrebbe dire parafrasando l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: fino al 27 LUGLIO gli abiti delle grandi dame che nella prima metà del novecento scelsero i tessuti plissè di Mariano Fortuny, e le armature dei samurai del periodo Momoyama (1575-1602) e del periodo Edo(1603-1867) sono raccolti in una sola mostra. Le sale espositive di PALAZZO FORTUNY riaprono per un importante triplice evento: tre piani per tre diverse mostre. Ad accogliere i visitatori al piano terra «Città delle città», installazione del veneziano Francesco Candeloro, che ricostruisce una metropoli suggestiva dai colori accesi. Un percorso immaginario attraverso le vie di un centro cittadino, dove, su pannelli in plexiglass, l’autore ha riprodotto (con stampa monocroma a raggi ultravioletti) le immagini dei suoi viaggi nelle varie città del mondo.

Da Seul a Palermo, in un gioco di luci e tinte, l’artista ricompone il mosaico di uno spaccato di vita quotidiana: strade all’ora di punta, vie trafficate, gli esterni di edifici più o meno conosciuti,un giorno qualsiasi di una città qualsiasi. Al primo piano, nella collezione di abiti Fortuny, priva di circa 300 opere date in prestito per le mostre di Barcellona e di Madrid dedicate all’artista, trovano spazio i rari Delphos, le «tuniche» minimaliste che Fortuny riprese dalla tradizione ellenica, e i costumi di due collezioni private: quella americana di Keith H. Mc Coy, e quelli della famiglia Riad, attuali proprietari della fabbrica tessile Fortuny. Infine, al terzo piano, una delle più importanti collezioni di abbigliamento samurai presenti occidente: armature, elmi e accessori della collezione Koelliker di Milano. Oltre trenta tosei gusoku (armature moderne dal XVI al XVIII secolo), riccamente ornate da decorazioni, simboli in oro, corna e pelli, ma poco adatte alle battaglia, così come i kawari kabuto, («elmi straordinari» dalle forme eccentriche). «Dal 1600, per oltre trecento anni non vi furono guerre in Giappone - spiega il curatore della mostra Giuseppe Piva - le armature erano un mezzo per rappresentare la propria estrazione sociale. I colori e le figure rappresentate, contrariamente a quanto si crede, non avevano significati particolare ma erano semplicemente una scelta estetica».