domenica 4 aprile 2010

RIAPRE VILLA CONTARINI A MIRA DOPO IL RESTAURO

ACCOGLIE PER L'OCCASIONE UNA MOSTRA CHE RISCHIA DI STUPIRE
Da Ciardi a De Pisis, fino a Morandi in mostra a Villa Contarini dei Leoni di Mira.

Deviare dalle rotte «tradizionali » delle esposizioni e raggiungere un angolo di quiete lungo le acque pigre del Naviglio del Brenta a Mira? Ne vale la pena per almeno due motivi. Da sabato 27 MARZO al 30 MAGGIO Villa Contarini dei Leoni a Mira, riapre per la prima volta al pubblico dopo il certosino restauro.Le opere,da Emma Ciardi a de Pisis, da Wolf-Ferrari a Guidi passando per un piccolo e indimenticabile Morandi, va in scena «Memorie di Paesaggio: il Veneto felice nella pittura del Novecento». Le eco geometriche, le sperimentazioni cromatiche pre-pop ci sono tutte, è il Novecento. Eppure il paesaggio visto dai pittori veneti fino alla metà del secolo scorso si ritaglia uno spazio proprio. Non gioca un ruolo secondario l’ambientazione, quella villa di campagna della famiglia Contarini che, nel corso del Novecento è stata scuola media, palestra, biblioteca, sede dell’anagrafe comunale e ora, finalmente, torna a risplendere come spazio espositivo d’eccezione.

La mostra, realizzata con la curatela di Stefano Cecchetto e la collaborazione del Museo del Paesaggio di Torre di Mosto (in cui verrà trasferita dal 12 giugno al 5 settembre) riunisce decine di pittori che, orbitando soprattutto su Venezia a cavallo fra ‘800 e ‘900, non di rado si conoscevano e si frequentavano. La connotazione di «cenacolo artistico » affiora dalle citazioni reciproche che spesso diventano omaggio. E il risultato è affascinante: Venezia, ma anche le colline di Asolo o la campagna veneta sembrano fondersi in una sorta di visione collettiva. Quasi «protetti» dalle tele di Basaglia che ornano i saloni di villa dei Leoni, si allineano opere che vanno da Ippolito Caffi a Pio Semeghini, passando per Emma Ciardi, Filippo de Pisis, Teodoro Wolf-Ferrari, Virgilio Guidi e la Scuola di Burano. Un’ottantina di dipinti raccontano non solo i paesaggi ma anche il fermento artistico in laguna a cavallo fra i due secoli.Se Venezia-città della luce si ritrova nei primi lavori di Ippolito Caffi e Emma Ciardi, il segno più modernista dei lavori di Mario Deluigi dà la misura dell’evoluzione del paesaggismo nel nuovo secolo. Non è mai, però, una Venezia da cartolina. Lo testimoniano i lavori di Filippo de Pisis e Juti Ravenna. C’è poi la «cronaca» fedele e en plein air dei dipinti di Teodoro Wolf-Ferrari che arriva a riportare puntualmente data e ora delle emozioni trasposte su tela. Con lui, sono esposti anche Guglielmo e Beppe Ciardi, Ottone Rosai e Pietro Fragiacomo.

In più ci sono due dipinti inediti di un insolito Virgilio Guidi, che nel 1954 rappresentò il Paesaggio di Borca, visto dalla casa del poeta Ugo Fasolo. Un’intera sezione diventa omaggio a Pio Semeghini e ai pittori modenesi che frequentavano assiduamente la sua casa-rifugio di Burano. Una presenza assidua, documentata da alcuni lavori di Giuseppe Miti Zanetti, Leo Masinelli, e soprattutto dal contributo di Mario Vellani Marchi. E, infine, la «rilettura del paesaggio » da parte di artisti viventi. Sono Giovanni Cesca, Giani Sartor, Daniele Giovanardi, Giorgio Mastinu e Arturo Benvenuti. Chiude la mostra una sezione a parte, «Sei pittori per la Riviera» curata da Gabriella Niero dedicata da Guglielmo Barbetti, Ennio Cagnin, Marcello d’Este, Mario Rossi, Ottorino Tognin e Bruno Zabeo ai paesaggi della Riviera del Brenta.

Elisa,hotel angi***

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